Coronavirus, Nissoli (FI): no a fake news, disorientano cittadini Orgogliosa che gli Usa siano venuti incontro a Italia

 
Coronavirus, Nissoli (FI): no a fake news, disorientano cittadini

ROMA –  Abbiamo rivolto una serie di domande ai deputati e senatori eletti all’estero sull’emergenza coronavirus, in particolare in relazione all’impatto e alle reazioni registrate nelle comunità italiane nel mondo. Questa è l’intervista a Fucsia Fitgerald Nissoli, deputata di Forza Italia residente negli Stati uniti, eletta nella ripartizione America settentrionale e centrale. Tra i temi toccati dalla parlamentare azzurra, l’allarme informazione: a suo giudizio è importante ora evitare di ‘alimentare quel mondo delle fake news che stanno spopolando in questo periodo e disorientando i cittadini’.

D. Il pianeta è stato investito dal coronavirus in tempi diversi e con impatti finora non omogenei in tutti i continenti. Nella ripartizione dalla quale è stata eletta qual’è la situazione, quali sono le aree di contagio che preoccupano maggiormente a circa un mese dalla dichiarazione ufficiale di pandemia da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms)?

R. ‘L’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova i sistemi economici dei paesi più avanzati e interconnessi. Le abitudini di vita, anche le più semplici e scontate, sono state profondamente sconvolte. Io vivo negli Stati Uniti, in Texas, a Houston, e sono l’unica deputata eletta al Parlamento italiano residente in Usa. Quindi la mia Ripartizione è il Nord e Centro America dove il coronavirus è arrivato dopo rispetto all’Italia; infatti, l’emergenza da Covid-19, nel Nord America, è scoppiata nella seconda metà di marzo. Ora siamo nel pieno dell’epidemia con una incidenza soprattutto nelle aree più popolose e più dinamiche come New York. Non sto ad elencare i dati perché più o meno li conosciamo tutti, ma voglio evidenziare che a volte si esagera nel sottolineare il numero eccessivo di decessi a New York perché si prende il dato assoluto ma non si fa il rapporto con la popolazione, dato che è fondamentale se si vuole fare una giusta informazione. Infatti, proporzionalmente alla popolazione, ad oggi, la percentuale più alta di decessi da coronavirus si ha in Spagna e non in Usa! Inoltre, le fosse comuni di cui si è parlato in Italia, sui media, non sono state realizzate per i morti da covid-19 ma esistono dal 1868 per seppellire i senza fissa dimora, la cui identità a volte è sconosciuta. Questo è importante dirlo se si vuole dare informazioni corrette e non alimentare quel mondo delle fake news che stanno spopolando in questo periodo e disorientando i cittadini. Dipenderà forse dal fatto che molti si annoiano, Facebook ed i social media in generale, in tutto questo, hanno aperto un cammino, direi pericoloso, aprendo di fatto la strada alle fake news ed alla necessità, di molti, di esistere, di dire la propria e di sparare giudizi, spesso inutili e non richiesti, ma che diventano virali soprattutto quando seminano odio. Io stessa ho provato, più volte e sulla mia pelle, quanto possa essere spiacevole e subdola un’informazione parziale e propagandistica, spesso finalizzata – ha osservato ancora la deputata azzurra – ad ottenere vantaggi personali se non dedita al ‘ricatto’. L’ho subita ed ho contato sulla intelligenza di chi leggeva la notizia. Ma in questo momento non si può accettare questo ‘esercizio’ strumentale di una professione tanto nobile quanto indispensabile. Ora è il momento di parlare di fatti, di realtà, perché si sa, quando la gente ha paura, quando prova panico e non vede un futuro che garantisca una debita sopravvivenza, si possono ingenerare gravi problemi anche di ordine pubblico e questo, oltre a quanto già stiamo vivendo, è l’ultimo scenario che vorremmo di fronte agli occhi’.

D. Restando alla ripartizione della sua elezione, quali sono state le risposte più diffuse da parte dei governi delle varie nazioni? Provvedimenti di chiusura assimilabili a quelli italiani, o anche più drastici, sono stati adottati?

R. ‘Il 21 marzo scorso Canada e Usa hanno chiuso, per un periodo iniziale di 30 giorni, i rispettivi confini a tutti i viaggi non essenziali. Il 1 aprile la marina militare Usa ha schierato navi da guerra nel Pacifico e nel mar Caraibico alla scopo di contrastare i cartelli del narcotraffico che – secondo i servizi segreti – stanno attivamente cercando di sfruttare la crisi mondiale per introdurre grandi quantitativi di droga negli Stati Uniti. In Usa, il 14 marzo è stata dichiarata l’emergenza nazionale. Il Segretario alla Salute ha sospeso una serie di leggi e regolamenti, per concedere più flessibilità agli operatori sanitari. Sono stati stanziati 50 miliardi di dollari per garantire più test e più posti letto. Il 23 marzo, il Congresso ha votato il piano di 2000 miliardi per il sostegno all’economia, tra l’altro per aiuti alle aziende e per contributi di disoccupazione e test gratuiti. Il Presidente Trump ha ordinato al Segretario all’Energia di acquistare petrolio per le riserve strategiche e ha chiesto il congelamento dell’interesse sui prestiti degli studenti. La Fed ha assicurato fondi per erogare prestiti fino a 4.000 miliardi a banche e aziende. E la risposta alle necessità è veloce, per cui le aziende che ne fanno richiesta ricevono nel giro di 3/4 giorni una somma che permette loro di sopravvivere per due mesi e mezzo. Il 15 aprile, il Presidente Trump ha stanziato 25 miliardi per le compagnie aeree. Grazie alla partnership con le più grandi industrie nazionali, nel giro di due settimane – ha spiegato Nissoli – è stata organizzata la produzione di cinque milioni di tamponi in un mese. Un risultato, devo dire, ammirabile che ha messo alla prova la macchina organizzativa americana. Come non essere orgogliosa di vivere in un Paese che, nonostante l’emergenza che sta attraversando ed in alcuni Stati abbastanza grave, trovi il modo per venire incontro all’emergenza nella quale versa l’Italia? Una solidarietà – ha sottolineato la deputata – non di facciata, non sbandierata ai quattro venti e, soprattutto, senza fini propagandistici. Una solidarietà che nasce dal profondo rispetto che gli Stati Uniti d’America nutrono per la nostra Terra e per il sentimento di profonda amicizia che ci lega. Infatti, gli Stati Uniti hanno aiutato l’Italia sin dall’inizio e da ultimo, addirittura, il Presidente Trump ha firmato un memorandum dove si ordina a tutte le strutture statali americane di individuare le risorse per aiutare l’Italia sia sul piano sanitario che sul piano economico per permettere all’economia italiana di risollevarsi. Questo testimonia la solidità dell’alleanza Italia-Usa che è fondata non solo sui trattati ma ancora prima sui legami umani e familiari intessuti tra i due popoli!. Invece, in Canada, il 12 marzo sono state prese le prime misure – ha raccontato Fucsia Nissoli – tra cui sottolineo importanti limitazioni al traffico aereo e nei porti canadesi. Il 13 marzo scorso è risultata positiva la moglie del Primo Ministro Trudeau dopo viaggio in Gran Bretagna. Dal 18 marzo si è previsto chiusure e autoisolamento in casa. È stato fatto divieto di ingresso nel Paese ai cittadini stranieri, con l’eccezione di residenti permanenti, equipaggi aerei, diplomatici, nonché congiunti di cittadini canadesi. In Messico, dopo una sottovalutazione iniziale per cui il 24 marzo il presidente Obrador invitava ad andare al ristorante, il 31 marzo è stato dichiarato lo stato di ‘emergenza sanitaria per cause di forza maggiore’, con ampi poteri a Obrador stesso. Sono state sospese tutte le attività non essenziali, vietate le riunioni, e stabilita la necessità di ‘protezione volontaria in casa’. Inoltre, è stato previsto l’obbligo di concedere un permesso di lavoro retribuito a persone di età superiore ai 60 anni o che soffrono di patologie o in gravidanza. L’epidemia ha portato alla perdita, sempre in Messico, in due settimane, di 350.000 posti di lavoro. Insomma, quelli provenienti dal Nordamerica sono dati che testimoniano come alla fine la pandemia ha portato a prendere misure simili a quelle prese in Italia e ad affrontare, con risorse pubbliche, sia la crisi sanitaria che la conseguente crisi economica nella prospettiva di avviare una ripresa non appena la situazione sanitaria si normalizzerà’.

D. L’Italia è una delle nazioni più colpite al mondo, e l’emergenza da noi ha preceduto in molti casi la diffusione dell’epidemia in altre zone. In che modo le comunità italiane con le quali Lei è in contatto hanno vissuto le notizie drammatiche che arrivavano dall’Italia nelle scorse settimane?

R. ‘Ho vissuto e vivo, assieme ai tanti italiani della mia Ripartizione, la preoccupazione per quello che sta succedendo in Italia e l’apprensione per i familiari e gli amici che abbiamo lasciato nella nostra terra di origine. Io sono chiusa nella mia abitazione con mio marito e mio figlio, ma le altre due mie figlie vivono distanti per cui, da tempo, non le vedo e non so quando potrò nuovamente incontrarle. Ma la nostra distanza è il più grande atto di amore che possiamo esprimere in questo momento che caratterizza le nostre angosce ed i nostri dolori. Di fronte alla vita, alla quotidianità ed a questo nemico invisibile, siamo tutti uguali e viviamo tutti nell’incertezza di cosa accadrà domani. In questi giorni ho sentito al telefono tanti italiani preoccupati per la situazione e devo dire che alla preoccupazione spesso si è unita l’azione attraverso iniziative di solidarietà che sono sorte ovunque si trovano Comunità italiane a testimonianza dell’attaccamento di noi italiani all’estero alla Madrepatria! Ancora una volta abbiamo potuto constatare che si è reagito alla sofferenza con la generosità e l’aiuto verso le realtà più bisognose che stanno combattendo, in Italia, una battaglia campale contro il covid-19’.

D. Quali sono adesso i maggiori problemi che gli italiani nel mondo stanno vivendo di fronte al diffondersi della malattia anche nei Paesi in cui vivono? E in che modo lo Stato italiano li può supportare?

R. ‘Lo Stato italiano supporta i nostri connazionali attraverso la rete consolare presente in tutti i continenti. A questo proposito voglio fare un ringraziamento a tutti i diplomatici presenti nella mia Ripartizione, li ringrazio per il continuo lavoro svolto, 7 giorni su 7, in maniera continuativa, nell’assistere i connazionali. Il Sistema Italia, anche nei momenti di emergenza globale, c’è e funziona. I connazionali stanno rispettando tassativamente le regole dell’isolamento secondo quanto definito dagli organi competenti dei Paesi dove si trovano. Certamente, molti vorrebbero stare vicino ai familiari che sono in Italia ma non si può e per sconfiggere il virus dobbiamo rispettare tutti le regole! La pandemia in corso ha scosso le coscienze di tutti noi e ci ha costretto a cambiare le abitudini, stiamo attraversando un periodo difficile ma non dobbiamo scoraggiarci e non dobbiamo mollare: se rispetteremo le regole con senso civico e attenzione al bene comune ce la faremo il prima possibile’.

 

Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.