La carnalità  de “Il ladro di profumi” di Pierfranco Bruni

La carnalità  de “Il ladro di profumi” di Pierfranco Bruni

Un romanzo sensuale  per la Giornata Mondiale del libro 

Caroline Avakian

La carnalità è sensualità. La sensualità è fisicità. L’amore non é solo corpo non é solo anima. Una pagina che ha una visione divina. “Il ladro di profumi” di Pierfranco Bruni è un romanzo che nasce all’interno della “ribellione”. Edito per i tipi di Tabula Fati, che segue il precedente per la stessa casa editrice “Il sortilegio della speranza”, si presenta in una veste editoriale elegante e preziosa. Pierfranco Bruni ritorna al romanzo dopo “L’alchimia della letteratura” della Nemapress. Un romanzo lungo il sortilegio della speranza. 

Quando l’estetica tocca il sogno il sogno ha l’energia di una grandiosa vitalità.  Pierfranco Bruni ci regala non un sogno. Ma il Sogno. Un romanzo che dopo letto incide nella vita di ognuno di noi. Un grande Pierfranco Bruni. Non si racconta (soltanto). Racconta il nostro viaggio. Diventiamo non solo testimoni.  Ci rende eredi di un viaggio. Ci fa capire perché abbiamo un destino.

 Quando si scrive una storia non è detto che si scriva un romanzo. Si possono abitare tante vite nella magia della scrittura. Si indossano gli abiti di pensieri nuovi e si rinasce in un involontario mistero, catturati dalla fantasia, pur restando incarnati nella propria realtà-utopia, ormai trasfigurata. 
     In questo libro di Pierfranco Bruni si racconta di un ladro di profumi, diventato ladro per la tanta nostalgia d’amore. 
     È invaghito, inseguito e intrappolato nel profumo della sua donna amata-amante.
     Per superare quello che è stato il suo amore, e uscire fuori dalla stanza della nostalgia, ha bisogno di dimenticare quella fragranza ammaliatrice e ammaliante.
     Cosa fare, allora? 
     Da qui ha inizio il viaggio che coinvolge il lettore e lo scrittore stesso, ormai anche lui rapito, in un intreccio di metafore, di paradossi, di enigmi, di avventure e forse di destini, a volte, indecifrabili.
     Le pagine del romanzo lasciano un segno particolare e il linguaggio, scelto da Pierfranco Bruni, trasporta, in modo travolgente, dal vero all’immaginario della bellezza, dalla bellezza al dubbio. 
     Come in una girandola, la bellezza e il profumo trasformano il personaggio in un uomo e la fantasia in un innamoramento profondamente metafisico oltre la realtà e dentro il fascino dell’onirico. Un romanzo che ha, come nei saggi, una alchimia marcata. Il segno sciamanico è dentro il suo viaggio. Un Pierfranco Bruni che si racconta. Ma in modo diverso rispetto a “Sul davanzale delle parole” (Pellegrini).

“Occorre raccontare il tempo per raccoglierlo nelle parole”. È ciò che ci insegna Pierfranco Bruni in questo romanzo straordinariamente unico.  Un romanzo unico per uno scrittore unico. “Il ladro di profumi” è un romanzo fortemente sensuale nel quale l’io narrante e Marika hanno una profonda carnalità. Senza carnalità gli amori invecchiano e Pierfranco lo sa molto bene. Da anni conosco lo scrittore. Da anni conosco l’uomo Pier

Redazione

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