Tutti vogliono Draghi nuovo Presidente del Consiglio, Conte deve fare un passo indietro

Tutti vogliono Draghi nuovo Presidente del Consiglio, Conte deve fare un passo indietro

di Giacomo Marcario

Nelle ultime ore i rumors e le indiscrezioni si rincorrono e si fanno sempre più insistenti, c’è gran voglia di un nuovo governo che sostituisca al più presto quello di Giuseppe Conte, a presiederlo verrebbe chiamato Mario Draghi, ex governatore della Bce, indicato come il candidato premier ideale per uscire dalla gravissima emergenza sanitaria ed economica in cui il Paese si trova; una operazione che la si farebbe con il sostegno di tutte (o quasi) le forze politiche. La proposta che ha i toni di un appello inappellabile è stata lanciata dall’ex primo ministro Mario Monti, che ha già traghettato il Paese durante la faticosa crisi del 2011-2012. Monti interpellato su come uscire dall’emergenza Coronavirus e dalla altrettanto grave emergenza economica propone una soluzione che va oltre la politica: “Ci vuole una personalità fuori dall’agone politico per dirigere uno sforzo comune di questo genere, il nome di Mario Draghi è sicuramente un nome eccellente per guidare un eventuale governo cosiddetto di salute pubblica”.

La proposta sembra incontrare terreno fertile perché le opposizioni all’attuale governo Conte sembrano propense ad accettarla: il leader della Lega Matteo Salvini, dalle colonne del quotidiano ‘La Stampa’, a una precisa domanda dell’intervistatore che gli chiedeva se fosse disponibile ad appoggiare un governo guidato da Draghi non si è espresso negativamente. Anzi conoscendo il Capitano, si sa che quando vuol dire un no non ha problemi a farlo; perciò una sua risposta per così dire “morbida” suona come un via libera a procedere in questa direzione. Di questi tempi, poi,  la “non opposizione” vale tanto quanto un aperto consenso, perché tutte le forze politiche sono consapevoli che per ricostruire il tessuto economico del Paese sconvolto dall’epidemia Covid-19, che ha paralizzato la produzione e i consumi, serve un governo di larghe intese, sostenuto da un’ampia maggioranza; anche per condividere – e sopportare tutti insieme – il peso di eventuali scelte impopolari che  si renderanno necessarie come “medicina” per rimediare alle scelte sbagliate ed impopolari del governo Conte che in questi giorni sta portando il Paese verso una emergenza economica che prelude ad una recessione gravissima ed ingestibile con danni per centinaia e centinaia di miliardi, fabbriche ed attività produttive chiuse, lavoratori licenziati, famiglie sul lastrico e senza risorse, un aumento esponenziale della disoccupazione  in uno con tutte le altre conseguenze ben immaginabili sul piano sociale.Gli italiani sono ben abituati a queste “ricette” e ne è consapevole anche l’ex premier Mario Monti, che ricorda oggi come “Siamo venuti fuori dalla crisi del 2011/2012 perché tutti i partiti presenti in Parlamento (il M5S non era c’era ancora), ad eccezione della Lega hanno accettato di mettere l’interesse del Paese davanti ai propri interessi elettorali.

In questo modo hanno approvato provvedimenti, che poi avranno anche rinnegato, ma che hanno permesso all’Italia di salvarsi”. Il Movimento 5 Stelle replica duramente a ogni ipotesi di cambio governo in corsa: “L’attuale governo ha la piena fiducia del Movimento e così anche il presidente Conte, il quale sta gestendo con capacità e determinazione una situazione senza precedenti”, dicono i pentastellati in una nota, mostrando di voler continuare ancora puntare tutto su Conte: “Il presidente del Consiglio è per noi una figura di garanzia, alla guida di un esecutivo che sta lavorando compatto e in sintonia con un unico obiettivo: aiutare il nostro Paese a uscire dalla crisi per consentirci di rialzarci e tornare a correre. Altri nomi fatti circolare per la guida di Palazzo Chigi, come quello del Governatore Mario Draghi, per noi non sono neppure ipotizzabili”, prosegue il M5S.

Ma il Movimento 5 Stelle in concreto è stranamente l’unico a reagire negativamente mentre tutti gli altri partiti sembrano pronti a sostenere il cambio di guardia soprattutto in questo momento cruciale in cui si prospetta la necessità  di una manovra finanziaria straordinaria, pensata ad hoc per sconfiggere la crisi e garantire la ripresa.  Le risorse da stanziare saranno sicuramente molto di più dei 25 miliardi già messi in campo con il decreto Cura Italia (si parla di una somma sui 50 miliardi) e lo stesso ministro dell’Economia Gualtieri ha preannunciato che entro aprile sarà varato un nuovo decreto straordinario per aprire la fase 2: dopo la cura, occorre la ricrescita. “Bisognerà prepararsi a una manovra shock, che non si potrà fare senza un patto nazionale”, ha detto apertamente Gualtieri. C’è infine un ulteriore vantaggio che fa propendere la scelta a favore di Draghi: nel momento di avviare le trattative con l’Europa per ottenere gli aiuti necessari in favore dell’Italia, egli avrebbe un peso imbattibile da chiunque altro, per la considerazione di cui gode dopo gli otto anni alla guida della Bce, la Banca Centrale Europea che con la sua direzione ha rappresentato un momento di coesione delle istituzioni di Bruxelles che oggi sembra mancare.

Draghi, insomma, è apprezzato dovunque si guardi e sembra proprio “l’uomo che ci vuole” in questo momento. E qui si spiegherebbero le ulteriori dichiarazioni di Salvini secondo cui serve “il meglio alla guida del Paese in questa fase delicata”. Così sul nome di Mario Draghi tutti i partiti potrebbero presto convergere in nome della sempre invocata (ma finora poco praticata) “responsabilità nazionale”, con il vantaggio di affidarsi a una guida autorevole in un momento delicato e in una fase in cui nuove elezioni sono impossibili nei prossimi mesi.

Con Draghi alla guida del governo, infine, nessun partito potrebbe essere accusato di inciucio o di manovre di palazzo. Questo renderebbe concretamente praticabile sin da adesso un governo di scopo, sostenuto da tutte le forze politiche e ovviamente con mandato limitato, un orizzonte temporale di circa un anno fino alle prossime elezioni da tenersi nella primavera del 2021.Del resto Draghi non può suscitare gelosie e avversità nei vari leader: non è un loro competitor diretto, ma un futuro candidato al Quirinale, nel 2022, quando scadrà il mandato di Sergio Mattarella. E anche qui la storia insegna: negli anni Novanta a guidare l’Italia durante un’altra grave crisi economica fu chiamato Carlo Azeglio Ciampi, anche lui proveniente dalla Banca d’Italia, e che pochi anni dopo sarebbe divenuto presidente della Repubblica. Conte deve fare un passo indietro, ha commesso troppi errori; al di là del suo protagonismo che sprizza da tutti i pori egli deve spiegare al Paese il perché e come mai pur essendo a conoscenza dell’arrivo di una epidemia  da virus, segnalata peraltro dall’OMS e trasfusa in una deliberazione del Consiglio dei Ministri, pubblicata sul BURP, non abbia provveduto ad attivare da subito tutte le misure preventive ed organizzative necessarie  per fronteggiare l’eventuale emergenza che ha poi di fatto trovato il paese impreparato ed il “re nudo.

Poi Conte si è reso responsabile di una illegittima ed incostituzionale restrizione della libertà delle persone (diritto sacrosanto garantito da centinaia di trattati internazionali e che trova il suo fondamento principale nella nostra Costituzione) costringendole per un verso ad una rigida reclusione in casa ed all’impossibilità di potersi muovere addirittura nella stessa città pena reclusione e multe salate fino a tremila euro (oltre al danno la beffa) e con un dispiegamento di forze dell’ordine tra vigili urbani polizia e carabinieri ed un buon contingente di soldati dell’esercito che danno l’impressione di un territorio militarizzato  C’è da chiedersi ancora se  e come tali restrizioni possano contribuire a bloccare i contagi se si esce da casa da soli o con la macchina anche per impellenti necessità di carattere strettamente personali.

Neanche durante il  periodo bellico, ci ricordano i più anziani, è successo quello che sta succedendo in questi giorni, nei rifugi ci si incontrava, ci si rivedeva e si poteva anche parlare Oggi siamo arrivati al punto che sono vietate finanche le relazioni familiari, ogni tipo di relazione sociale; insomma se vuoi prendere una boccata d’ossigeno perché l’ansia di essere recluso in casa ti sta creando seri problemi di salute rischi di essere condannato a sborsare fino a tremila euro. E questo francamente ci sembra un po’ troppo.

Giacomo Marcario

Comitato di Redazione de “RADICI”

Antonio Peragine

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