Aria di crisi?

Aria di crisi?

 Al punto in cui siamo, fatto i debiti conti, non intravediamo patti politici “sicuri”. Senza eccedere nel pessimismo, possiamo confermare che le questioni irrisolte nella Penisola ci sono sempre. Anzi, potrebbero aumentare.

Sulle strategie di questo “Esecutivo” non ci resta che prendere atto. Oltre alle “stonature”, non intravediamo nulla di veramente confortante sul fronte politico nazionale; ma neppure europeo. Secondo noi, sarebbe essenziale, con l’umiltà d’altri tempi, tornare a riprendere contatti con la base e dare maggiore valore agli elettori. Non avendo “seminato” prima, è inutile pretendere di “raccogliere” dopo. Non basta più il “coraggio” di un compromesso dell’ultima ora. Dopo il varo della Terza Repubblica, non pensavamo di riprecipitare nel baratro degli impegni impossibili e di un Esecutivo Conte”bis” tanto atipico.

 Meglio, quindi, non fare delle previsioni per il futuro. Anche la strategia dei piccoli passi non è servita. La “perfezione” non è di questo mondo; tanto meno lo è dove la politica assume toni provocatori. Con questa riflessione, spicciola ma sentita, l’incertezza ha occupato il posto della buona volontà.

Tra “probabilità” e “possibilità”, il passo non è breve. A questo Esecutivo “pasticcione” non resta  che prenderne atto e ammettere la caducità delle sue alleanze. La cordata PD/M5S, almeno per quanto abbiamo potuto intuire, appare già stonata per dare affidabilità alla politica parlamentare italiana. Del resto, la “crisi” che paventiamo può evidenziarsi nei progetti non realizzabili, più che nei proclami politici.

Giorgio Brignola

Antonio Peragine

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