Un’analisi della crisi di Governo

Un’analisi della crisi di Governo

Salvini vorrebbe le elezioni anticipate subito, dopo che ha rotto il patto di Governo sottoscritto con il Movimento 5 Stelle. 
In realtà, ma forse il Ministro dell’Interno non è un esperto di diritto costituzionale, una corretta procedura ed i tempi tecnici non consentono elezioni immediate. Aperta formalmente la crisi di Governo, il Presidente della Repubblica ha il potere di assegnare un mandato esplorativo allo stesso Presidente del Consiglio in carica, Giuseppe Conte. Quest’ultimo ha tutto il tempo necessario per verificare se la maggioranza è ricompattabile o se ci sono altre maggioranze possibili in Parlamento. In caso negativo il Presidente della Repubblica inizia le consultazioni di rito previste dalla nostra Costituzione, sente i vertici di tutti i partiti dell’Arco Parlamentare e gli ex Presidenti della Repubblica (nella fattispecie ci sarebbe solo Napolitano da sentire). 

Questa procedura potrebbe arrivare anche a settembre inoltrato, in quanto, il Presidente della Repubblica può dare incarichi esplorativi anche a dei soggetti terzi ovvero a dei tecnici (ad esempio all’ex magistrato Cantone oppure all’esperto di spending review Cottarelli). Questa è la prassi. Del resto Mattarella sembrerebbe essere restio allo scioglimento delle Camere per impedire che la legge finanziaria (quella che ora viene denominata “di stabilità”) non venga approvata entro i termini stabiliti dalla legge, con tutte le relative conseguenze negative per il nostro Paese. Poi, c’è da aggiungere che Mattarella è un ex democristiano con la politica nel sangue – raffinato esperto di diritto costituzionale e già membro della Corte –  nonostante il ruolo istituzionale ed anche istintivamente, difficilmente danneggerebbe il suo partito di provenienza (il PD), aggirando la Costituzione come forse vorrebbe Salvini, chiedendo una insolita e non prevista accelerazione dei tempi. Il PD è un partito spaccato dalle correnti di Renzi e di Zingaretti, le elezioni anticipate non gioverebbero affatto a quel partito e si rischierebbe – secondo il pensiero di Renzi e Franceschini – di consegnare l’Italia nella mani dell’estrema destra, con un ritorno di Berlusconi ma con l’aggiunta del partito della Meloni (Fratelli d’Italia).

Forse, tranne la Lega, tutti gli altri partiti e movimenti bluffano nell’affermare di non avere paura delle elezioni anticipate e di volerle: ammesso che si andasse a votare nella seconda metà di ottobre ne uscirebbero male molti partiti, tra i quali anche Forza Italia che si è vista risucchiare i voti in parte dalla Lega ed in parte da Fratelli d’Italia.
Una via percorribile potrebbe essere quella di un Governo basato sulle astensioni determinanti di alcuni partiti, un Governo che porti a termine il previsto taglio dei parlamentari, la legge sul “suicidio assistito”, approvi i decreti attuativi per i sindacati militari e faccia la stessa cosa con   la manovra economica, che dovrà impedire l’aumento dell’IVA e nuove tasse. Non c’è spazio, non c’è tempo e non c’è denaro per la flat tax (la tassa piatta che fa crescere l’inflazione e favorisce solo i redditi alti a discapito di quelli medio bassi) che vorrebbe Salvini.


Lorenzo Lorusso

Antonio Peragine

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