Il giovane altamurano Paolo Basile scrittore esordiente con un giallo ‘Un pocket book’ da viaggio
foto Paolo Basile
Giovanni Mercadante
Ricevere dalle mani di un giovane scrittore esordiente la sua prima pubblicazione, significa affidare la sua creatura appena nata nella mani di una persona di fiducia. Questo il senso dell’omaggio fattomi con una copia del suo volumetto, un pocket book/tascabile, dal titolo “Il suicidio delle nuvole”, la cui copertina mostra una catena montuosa, illuminata da un sole crepuscolare. In alto, al centro, troneggia il suo nome: Paolo Basile; Edizioni “Romanzi nulla die” , direzione editoriale Salvatore Giordano; impaginazione e progetto grafico di Massimiliano Giordano; ISBN978 -88-6915-211-5.
In apertura del romanzo, senza commenti, la dedica: A Donato. Una persona a lui cara; un amico dai sogni infranti, dalla vita persa.
L’autore (29) emigrato a Londra, dove sta maturando la sua esperienza di vita, sempre alla ricerca di nuovi stimoli creativi, ama viaggiare visitando le maggiori capitali europee.
Perché proprio a me affidare questa sua creatura? Una segnalazione fatta da un amico in comune! Insomma, si diventa padrino e con una quotazione in borsa. Scherzi a parte, è un onore essere scelto tra i tanti presenti sulla piazza. Altamura del resto è foriera di scrittori, giornalisti, poeti, uomini di cultura.
Ho letto con attenzione il contenuto del romanzo. Non l’ho fatto tutto d’un fiato, perché volevo gustarmelo e metabolizzarne la trama. Capire se la scrittura fosse semplice, non tortuosa, non ampollosa. Se i passaggi descrittivi delle ambientazioni fossero coerenti; se il ritmo dialogico mantenesse costante l’attenzione del lettore. Queste caratteristiche sono egregiamente osservate dal giovane autore. I capitoli? Brevi, non più di quattro facciate per ognuno e numerati da uno a ventiquattro. Non c’è bisogno di mettere il segnalibro per chi ama la lettura a tappe.
L’impostazione supera brillantemente l’esame dei gialli con thrilling finale. I dialoghi brevi dei protagonisti sono anticipati o posticipati dai commenti dell’autore che fissa gli stati d’animo del momento, i luoghi, da cui ne seguono le azioni. Ecco, non è un romanzo d’azione, bensì un romanzo dove nella narrazione prevale il ragionamento, la scaltrezza dei personaggi.
L’ambiente è una località dal nome fantasioso che non trova riscontro tra le migliaia di Comuni italiani, però fa intendere un paese del Sud dove l’omertà è il codice d’onore; il caporalato è l’ufficio di collocamento dove tutti gli abitanti si conoscono; dove una voce maligna può amplificare il messaggio rendendo difficile la vita del malcapitato. Non manca il personaggio chiave che detta legge nel più completo anonimato, la cui figura si materializza nel momento della decisione finale.
Pochi i protagonisti: il boss mafioso, il prete, un maresciallo dei Carabinieri e un sottoposto con la sua famiglia (nonno, sorella e fratello piccolo) che assume il ruolo di investigatore risolvendo la vicenda con un finale del tutto inaspettato.
Il ritmo dialogico presenta un registro linguistico standard con picchi di stilemi che rendono piacevoli i parallelismi, gli euforismi.
Il titolo di copertina: “Il suicidio delle nuvole”, appellativo del tutto astratto, racchiude in sé un significato logico se analizzato nella sua profondità; in più occasioni l’autore ne fa menzione nel corso della narrazione. Al lettore la chiave d’interpretazione più libera.
In conclusione, è un tascabile da tenere di scorta per un viaggio in aereo lungo di 3-4 ore oppure da leggere sotto l’ombrellone in piena estate sorseggiando un drink.