Moscopoli, il parere Giulietto Chiesa

Moscopoli, il parere Giulietto Chiesa

Moscopoli, Giulietto Chiesa: “Quei signori si sono seduto al tavolo dell’hotel con tre russi e hanno trattato una vendita illegale. Dire che Savoini era lì a titolo personale per fare trattative per se stesso non sta in piedi, fa ridere i bambini. Il deep state americano si è irritato per il sostegno di Salvini a Trump e gli ha teso una trappola. La pubblicazione di questo incontro è servita a sputtanare Salvini e Putin allo stesso tempo”

Giulietto Chiesa, direttore di Pandora TV e collaboratore di media russi, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus. 

Sui presunti fondi russi alla Lega. “Io ho ascoltato con attenzione le registrazioni e ho letto le trascrizioni –ha affermato Chiesa-. Parlare di manipolazione di questo documento non sta in piedi, è un documento esatto di cose che sono realmente accadute. Quei signori si sono seduti al tavolo dell’hotel con tre russi e hanno trattato una vendita illegale. Savoini non è l’ultimo venuto, non ho deciso io la sua presenza a cena con Putin, non sarebbe stato lì se non ci fosse stata una richiesta formale. Dire che Savoini era lì a titolo personale per fare trattative per se stesso non sta in piedi, fa ridere i bambini. Il ruolo della Russia in questo caso deve essere chiarito dalla Russia. In America Trump ha l’amministrazione formale, ma contro Trump c’è il deep state: la Cia, l’Fbi, una parte del Pentagono, il Nyt e il Washington Post che sono contro Trump.

Se Salvini va negli Usa e dichiara piena fiducia al Presidente Trump è chiaro che poi qualcuno negli Usa sia molto irritato ed, essendo molto informati su quello che fanno Salvini e Savoini, li hanno aspettati al varco e registrati. L’operazione è simultaneamente contro Salvini e contro Putin perché anche i russi non escono molto bene da questa storia. La pubblicazione di questo incontro è servita a sputtanare Salvini e Putin allo stesso tempo, quindi bisogna chiedersi a chi giova. Giova a Trump? No, perché Trump vuole la normalizzazione dei rapporti con Mosca. Giova invece a qualcuno negli Usa che non vuole la normalizzazione dei rapporti tra Europa e Russia”.

Antonio Peragine

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