Mostra di armi e costumi medievali a Sant’Angelo Le Fratte (Potenza)

Mostra di armi e costumi medievali a Sant’Angelo Le Fratte (Potenza)

Un tuffo nel fascino del passato

Giovanni Mercadante

Continua a stupire il Comune di Sant’Angelo Le Fratte (Potenza) per le numerose iniziative concertate dal sindaco Michele Laurino, di recente riconfermato al suo terzo mandato.

Un piccolo borgo di appena 1.500 anime foriero di impulsi culturali di affascinanti  suggestioni. E’ vero, ha tanto da rivelare: i murales affrescati sulle facciate delle singole abitazioni che raccontano le tradizioni; la storia di un suo figlio adottivo: il vescovo spagnolo Juan Caramuel, scienziato, tipografo, matematico, scrittore,  linguista che soggiornò nel piccolo centro abitato nel XVII secolo; le 100 cantine ricavate negli anfratti della roccia spaccata, da cui prende il toponimo il paese; la bella facciata di stile romanico-pugliese della cattedrale da poco tornata a risplendere dopo decenni di abbandono. Le viuzze tranquille dove si respira, la serenità, la pace; un mondo a misura d’uomo. Ecco proprio come le statue, ad altezza naturale, che sono  posizionate lungo le stradine e nelle piazzette a rappresentare il contadino, il vecchietto, l’asinello, la capretta. Un altro modo di rappresentare l’arte e le tradizioni. Ogni angolo del paese è una scenografia. Un set cinematografico naturale. Infatti, sono stati girati più film. E’ meta di visitatori di grosso calibro, come il grande e famoso attore indiano Kabir Bedi, in arte Sandokan.  

In cima al paese, un anfiteatro sotto la montagna e a pochi passi un belvedere mozzafiato. Gli occhi spaziano e il visitatore cattura immagini con il suo cellulare da portare a casa a godimento di amici e parenti.

Inoltre,  una pinacoteca, diventato l’archivio storico di decine  e decine di visi disegnati da un artista locale che ha fatto omaggio a tanti suoi concittadini tutt’oggi viventi.  Il sindaco M. Laurino, sensibile come sempre a tanto amore per il suo paese,  ha omaggiato l’artista intitolandogli la galleria d’arte: Michele Antonio Saverio Cancro.

Ma per animare un paesino avvinghiato sotto una montagna, nell’entroterra della Basilicata, a circa 30 chilometri da Potenza, bisogna avere coraggio per sfidare le avversità e soprattutto lo spopolamento. Per il  sindaco M. Laurino non è un problema; è un vulcano di idee e di progetti.

Il borgo ha bisogno di novità; turisti e visitatori sono all’ordine del giorno a centinaia. L’offerta turistica dev’essere variegata, flessibile e non statica.

Perciò, ha invitato  un cultore appassionato di armi e costumi medievali ad esporre il suo ricco patrimonio privato. E’ l’operatore socio-sanitario Antonio Molfese di Potenza, il quale da oltre 10 anni colleziona elmi, armature, spade, scudi,   costumi  medievali.

Materiale con cui è stata allestita una mostra nell’antico Palazzo Galasso, via Margherita n.3,  che resterà aperta fino al 1° ottobre 2019.

Molfese, per la sua ricca collezione (circa 100 pezzi) ha partecipato alla rievocazione storica a Gravina in Puglia nelle edizioni 2017 e 2018, riscuotendo un ottimo successo. Attraverso ricerche è riuscito a reperire tracce di un suo capostipite, un nobile di Potenza, da cui ha ricavato lo stemma di famiglia, registrandolo presso la Consulta araldica di Roma.

Un tuffo nel fascino del passato

Giovanni Mercadante

Continua a stupire il Comune di Sant’Angelo Le Fratte (Potenza) per le numerose iniziative concertate dal sindaco Michele Laurino, di recente riconfermato al suo terzo mandato.

Un piccolo borgo di appena 1.500 anime foriero di impulsi culturali di affascinanti  suggestioni. E’ vero, ha tanto da rivelare: i murales affrescati sulle facciate delle singole abitazioni che raccontano le tradizioni; la storia di un suo figlio adottivo: il vescovo spagnolo Juan Caramuel, scienziato, tipografo, matematico, scrittore,  linguista che soggiornò nel piccolo centro abitato nel XVII secolo; le 100 cantine ricavate negli anfratti della roccia spaccata, da cui prende il toponimo il paese; la bella facciata di stile romanico-pugliese della cattedrale da poco tornata a risplendere dopo decenni di abbandono. Le viuzze tranquille dove si respira, la serenità, la pace; un mondo a misura d’uomo. Ecco proprio come le statue, ad altezza naturale, che sono  posizionate lungo le stradine e nelle piazzette a rappresentare il contadino, il vecchietto, l’asinello, la capretta. Un altro modo di rappresentare l’arte e le tradizioni. Ogni angolo del paese è una scenografia. Un set cinematografico naturale. Infatti, sono stati girati più film. E’ meta di visitatori di grosso calibro, come il grande e famoso attore indiano Kabir Bedi, in arte Sandokan.  

In cima al paese, un anfiteatro sotto la montagna e a pochi passi un belvedere mozzafiato. Gli occhi spaziano e il visitatore cattura immagini con il suo cellulare da portare a casa a godimento di amici e parenti.

Inoltre,  una pinacoteca, diventato l’archivio storico di decine  e decine di visi disegnati da un artista locale che ha fatto omaggio a tanti suoi concittadini tutt’oggi viventi.  Il sindaco M. Laurino, sensibile come sempre a tanto amore per il suo paese,  ha omaggiato l’artista intitolandogli la galleria d’arte: Michele Antonio Saverio Cancro.

Ma per animare un paesino avvinghiato sotto una montagna, nell’entroterra della Basilicata, a circa 30 chilometri da Potenza, bisogna avere coraggio per sfidare le avversità e soprattutto lo spopolamento. Per il  sindaco M. Laurino non è un problema; è un vulcano di idee e di progetti.

Il borgo ha bisogno di novità; turisti e visitatori sono all’ordine del giorno a centinaia. L’offerta turistica dev’essere variegata, flessibile e non statica.

Perciò, ha invitato  un cultore appassionato di armi e costumi medievali ad esporre il suo ricco patrimonio privato. E’ l’operatore socio-sanitario Antonio Molfese di Potenza, il quale da oltre 10 anni colleziona elmi, armature, spade, scudi,   costumi  medievali.

Materiale con cui è stata allestita una mostra nell’antico Palazzo Galasso, via Margherita n.3,  che resterà aperta fino al 1° ottobre 2019.

Molfese, per la sua ricca collezione (circa 100 pezzi) ha partecipato alla rievocazione storica a Gravina in Puglia nelle edizioni 2017 e 2018, riscuotendo un ottimo successo. Attraverso ricerche è riuscito a reperire tracce di un suo capostipite, un nobile di Potenza, da cui ha ricavato lo stemma di famiglia, registrandolo presso la Consulta araldica di Roma.

Redazione

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