I mille giorni

I mille giorni

Questo non sarà l’anno dei cambiamenti; ma, forse, dei segnali di rinnovo per un’economia la cui malattia da “perniciosa” potrebbe evolvere in “cronica”. Se lo scriviamo, è perché non ci sentiamo per nulla tranquilli con questo Esecutivo che rappresenta solo un altro segnale di un sistema lontano dalle esigenze di un Popolo sempre meno disponibile a giustificare gli “errori” socio/economici dei politici di turno. Anche perché le “malattie” di casa nostra non sono state repentine. C’era tutto il tempo per affrontarle e debellarle. Di fatto, però, s’è preferito lasciare le decisioni alla politica, solo in apparenza qualificata, per definire il futuro nazionale.

L’Italia potrà riprendersi solo se si andranno a concretare certi progetti che evitino “attriti” in un Esecutivo che si mostra già inconsueto. Girare pagine si può. Ma solo se si vuole. Il 2020, comunque, non sarà l’anno della svolta epocale. Almeno, lo presupponiamo. Altre ipotesi le lasciamo rilevare ad altri. Certamente più competenti di noi a esprimere pareri.

Ci riserviamo, invece, d’analizzare l’applicazione di tutti i punti del “contratto” di Governo Di Maio/Salvini, per appurare gli effetti socio/politici in questa Terza Repubblica che, dopo aver sbaragliato il limbo politico con un Esecutivo atipico, dovrebbe essere messa nelle condizioni per valutare di più e illudere di meno. Su questa realtà politica torneremo certamente.

Giorgio Brignola

Antonio Peragine

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