La nostra sul voto europeo

La nostra sul voto europeo
La nostra sul voto europeo del loro mandato. Le Legislature precedenti sono finite con promesse non mantenute. La prossima potrebbe essere, finalmente, all’altezza di un ruolo più coerente. Da noi c’è da ritrovare, anche a livello stellato, quella forza d’aggregazione andata perduta per gli interessi che hanno destato gli appetiti di chi avrebbe dovuto solo sviluppare un progetto politico europeo operativo. Dopo i risultati dell’imminente voto, resteranno da focalizzare le regole di democrazia partecipativa. Meno apparenza e più sostanza. Più coerenza su tutto. Con l’applicazione, senza riserve, dei programmi presentati in campagna elettorale. Anche l’UE potrebbe essere, si voglia o no, a una svolta. Sul campo, però, resteranno ancora tanti problemi propri del Vecchio Continente. Compreso il “giallo” della Brexit britannica. La questione, in conclusione, rimarrà, politica e, di conseguenza, anche economica. Sulla riuscita del nuovo Parlamento UE non siamo nelle condizioni per fare delle oggettive previsioni. Certo è che dovrebbe essere luogo di confronti per verificare quanto potrà incidere, nella realtà, la politica nazionale degli Stati membri UE. Con l’auspicata soluzione dei complessi problemi che non sono stati affrontati dal Parlamento uscente. Giorgio Brignola

Antonio Peragine

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