Fusaro ci spiega il suo anti-turbocapitalismo

Fusaro ci spiega il suo anti-turbocapitalismo

 di Vittorio Giordano

MONTRÉAL – “Parole graffianti e pungenti, linguaggio ricercato e forbito, idee chiare e forti: a 36 anni ha già scritto diversi libri ed insegna Storia della filosofia all’Istituto Alti Studi Strategici e Politici di Milano. Lui è Diego Fusaro, il filosofo più “pop” in Italia: si definisce “allievo indipendente di Hegel e di Marx”; è di sinistra, ma dice cose di destra (“Destra e sinistra, le due braccia del partito unico del turbocapitalismo”) e, nei salotti televisivi, viene collocato nell’area sovranista. Contrario all’Europa e all’Euro, acerrimo nemico del mondialismo imperante e del liberismo economico, che ha fagocitato anche la nostra sfera sentimentale, punta ad interpretare lo spirito della nostra epoca da una prospettiva che supera la vecchia dicotomia ideologica. Un pensiero rivoluzionario che ha illustrato anche a Montréal”. Ne scrive Vittorio Giordano sul “Cittadino canadese”, settimanale di Montreal di cui è caporedattore.

“Ospite dell’Istituto Italiano di Cultura, infatti, il 16 gennaio ha tenuto una conferenza in sede, dal titolo “Precariato, capitalismo ed Europa”, mentre il giorno dopo ha intrattenuto gli astanti dell’Université Laval, École de Langues, a Québec city, sul tema ”Antonio Gramsci: il dissenso del pensiero”. Lo abbiamo incontrato all’Istituto di Cultura.
Ecco alcuni suoi pensieri sparsi: “Chi oggi vuole seguire ‘nello spirito e nella lettera’ Marx deve entrare necessariamente in conflitto con le sinistre, per cui le classi lavoratrici non contano più nulla”. “Oggi il capitalismo globale utilizza i migranti come nuovi schiavi, fingendo di volerli accogliere: in realtà li deporta dall’Africa per abbassare i costi della forza lavoro. E la sinistra, anziché dire questo, afferma che l’emigrazione è una cosa fantastica. Fantastica non per il migrante, non per l’operaio di Mirafiori, ma per chi può sfruttare entrambi”.
“C’è una destra liberista del denaro, che detta le politiche economiche, e poi c’è una sinistra libertaria che pone le sovrastrutture di costume e di cultura, completando e giustificando pienamente le politiche della destra del denaro”.

“Dal mio punto di vista è del tutto naturale opporsi alla globalizzazione: è il campo ideale del conflitto di classe a beneficio della classe dominante, che può sfruttare le due leve fondamentali: la libera circolazione delle persone, alla stregua di merci, e la delocalizzazione produttiva”.
“Penso che uscire dall’UE e dall’Euro sia la ‘conditio sine qua non’ per recuperare la sovranità nazionale e quindi la democrazia”.
“Il capitalismo, che ha vinto nel 1989 con la caduta del muro di Berlino, ha battuto il comunismo e aveva davanti a sé solo un’ultima forma di resistenza, che era quella degli Stati sovrani nazionali democratici. L’UE è servita a neutralizzarli, per imporre il primato dell’economia sulla politica, della Banca Centrale Europea sui Parlamenti. L’UE è l’unione delle classi dominanti europee contro i popoli d’Europa”.
“Sul Canada come modello del multiculturalismo, da osservatore esterno, vedo piuttosto un modello omologato e monoculturale, dove tutte le culture sono assorbite in un’unica dimensione, che è quella del consumo: etnie più diverse omologate nel modo di vestire, di parlare, di consumare merci, cioè l’esatto opposto del multiculturalismo”.

“Oggi tutti parlano di diritto a migrare, ma nessuno, a parte Joseph Ratzinger, parla dei diritti dei popoli a restare radicati nella loro storia”.
“Sulla Brexit, con l’idea di rifare il referendum, è evidente che la democrazia viene tollerata fintanto che il popolo democraticamente vota ciò che l’élite finanziaria ha già deciso autocraticamente in altra sede”.
“Come in ambito economico il liberista cerca il profitto individuale, così in ambito erotico il neolibertino mira a massimizzare il godimento individuale; e, come il liberista ha per nemico lo stato, così il libertino ha per nemico la famiglia. Il gay Pride permanente in cui viviamo non ha come obiettivo la difesa dei diritti degli omosessuali, ma la ridicolizzazione della famiglia etero, quella dalla quale si riproduce la razza umana”.

“Gramsci è tra i primi 5 autori italiani più noti all’estero ed è un onore per me parlarne in Canada, anche perché noi italiani siamo sempre più esterofili, preferendo studiare, chissà perché, filosofi americani e inglesi””.  

Antonio Peragine

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.