Europa!

Europa, un tempo stupenda e bellissima per la gioia di Zeus. Oggi si è invecchiata di molto, è irriconoscibile, non piace più a nessuno con le sue rughe grinzose ed i suoi comportamenti poco trasparenti. Un radicale cambiamento si  impone e le elezioni europee del maggio 2019 sono chiamate ad imprimere una svolta storica in tal senso.

Ma qual è la vera identità di questa Europa?.

Ovidio nelle sue metamorfosi così la descrive: “La figlia Europa ebbe si grato aspetto, ch’accese al suo amor l’alto motore”

Per conoscerla meglio basta prendere una banconota da 50,20,10 o 5 euro e guardare i simboli a destra. Tra gli oleogrammi riportati sulle nostre banconote,, secondo dall’alto, troviamo raffigurato un  volto di donna; è quello di Europa, figlia di Agenore, re di Tiro ( Libano). Una ragazza bellissima che trascorre il suo tempo giocando gioiosamente con le sue amiche in riva al mare. Zeus, vecchio marpione che si è innamorato della giovane Europa, ha deciso in nome e nel rispetto della parità di genere di farla sua  e di rapirla; trasformatosi in uno splendido toro bianco, si sdraia ai suoi piedi e si lascia accarezzare teneramente, così la ragazza gli monta in groppa e lui (che non aspettava altro) se la porta via con sé. Mentre viene trascinata sulle onde, Europa grida un messaggio  ai venti ed alle acque:” Dite a mio padre che Europa ha lasciato la sua terra in groppa ad un toro, mio rapitore, mio marinaio e suppongo  futuro compagno di letto”. Europa e Zeus avranno tre figli, tra cui Minosse, re di Creta, diventata la culla della civiltà europea. Il nome Europa da quel momento, indicò le terre poste a nord del Mar Mediterraneo: spostamenti, migrazioni da Medio Oriente e Africa verso la Grecia; da Oriente ad Occidente segnarono la nascita dei “territori occidentali”.

L’Europa come Vecchio Continente nasce come concetto tra la fine del VII° secolo e l’inizio del IX°. L’ Unione Europea è invece una realtà geopolitica che si è costituita molto più di recente con il trattato di Maastricht del 1993. Sfiorita beltade, per le troppe gravidanze, per i capricci, le prepotenze e i tradimenti di Zeus, Europa non è più la stessa, la crisi in famiglia si fa sentire impietosa e foriera di separazioni e divorzi. Le prime serie avvisaglie sono venute dalla Brexit e la scissione dell’Inghilterra, ma i venti separatisti soffiano un pò dovunque a causa dei nazionalismi esasperati; della voglia di essere a tutti i costi i primi della classe; della rigidità delle regole economiche che impediscono e strozzano la crescita e lo sviluppo delle nazioni europee più deboli, il burocraticismo, vero cancro del sistema, le gravi incertezze sul fenomeno della emigrazione e così via, tanto è lunga la teoria dei diktat diretti e trasversali tra le diverse nazioni europee ( che poi chissà perché valgono sempre per gli altri). Non va dimenticato un passaggio storico di questa  Europa ormai senza memoria.

Quando nell’agosto del 1941 furono messi al confino dal regime fascista sull’isola di Ventotene, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi pubblicarono il Manifesto di Ventotene intitolato:  “Per un Europa Libera e Unita”, pur nella piena consapevolezza che per raggiungere un obiettivo così nobile gli Stati  europei avrebbero dovuto lottare tutti insieme con forza e determinazione. L’obiettivo ad oltre 70 anni dalla sua teorizzazione e dalla pubblicazione del testo del manifesto sono ancora di grande attualità. La sensazione di distanza e di distacco dalle istituzioni europee, con i suoi inavvicinabili ed immarcescibili burocrati stampellati, che le persone sentono è sempre più forte, l’Europa viene vista e percepita come un organismo esclusivamente economico nato per difendere gli interessi di un’elite e non quelli dei cittadini e dei singoli Stati. Non essere riusciti, ad oggi, a trovare motivi di coesione che potessero farci innamorare dell’Europa – della bellissima Europa , è da addebitare alle responsabilità politiche di tanti e dovrebbe essere un valido motivo per rifletterci sopra e trovare le soluzioni più opportune per evitare la debacle definitiva ed irreversibile, ci sono ancora margini per raddrizzare una nave fuori rotta; navigare a vista può riservare brutte sorprese. Che il nuovo volto d’Europa, come provocatoriamente ha strillato in copertina la prestigiosa rivista americana Time, sia quello del nostro attuale Ministro dell’Interno ( definito nell’intervista : “un uomo in missione per disfare l’Europa”)  può fare piacere o meno, ognuno è libero dei suoi gusti; noi continuiamo a preferire il volto dolcissimo e rassicurante  della nostra Europa, della bella ragazza fenicia del mito.

In conclusione una domanda sembra essere opportuna: un’identità culturale europea, seppure nel rispetto delle differenze, esiste oppure no?. Non è facile dare una risposta, se c’è viene essa  viene decisamente offuscata dai comportamenti dei leader europei e dalla scelte politiche dell’Unione Europea che vanno in  direzione opposta. Ad oggi forse occorre dare credito e sostenere l’iniziativa di un folto gruppo di intellettuali tedeschi che hanno lanciato l’idea di istituire una giornata in cui tutti i cittadini europei dovrebbero scendere  in piazza per manifestare a favore di un ‘Europea libera, portatrice di pace, tollerante, sostenitrice dello sviluppo socio culturale dei popoli nel rispetto delle relative storie e tradizioni, rispettosa della dignità umana. E’ una iniziativa molto importante che se sarà accolta ci aiuterà a comprendere meglio qual è lo stato dell’arte.

Giacomo Marcario

Comitato di Redazione de “RADICI”

Antonio Peragine

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