Autopsia di un diritto politico

Autopsia di un diritto politico

TORINO – Uscirà nei prossimi giorni per la collana del Centro Altreitalie sulle Migrazioni Italiane, il volume “Autopsia di un diritto politico. Il voto degli italiani all’estero nelle elezioni del 2018”, a cura di Simone Battiston e Stefano Luconi, con una postfazione di Piero Bassetti (Accademia University Press, Torino, 2018, € 14).
“Guardare all’estero potrà aiutarci a capire i profondi mutamenti che stanno attraversando la politica italiana?”. A chiederselo è Maddalena Tirabassi, direttrice del Centro Altreitalie, nell’introduzione al volume.

IL VOLUME – LA SCHEDA DEL CENTRO ALTREITALIE
Una legge, quella sul voto, che non ha mai funzionato bene e che con la ripresa a grandi cifre dell’emigrazione dal nostro Paese si dimostra sempre più inadeguata. Anche in questo senso le elezioni del 2018 meritano una particolare attenzione: si può dire che sia la prima volta in cui la ripresa dell’emigrazione dal nostro Paese influenzi con cifre non più trascurabili il bacino elettorale italiano all’estero.
Gli autori mostrano infatti che la stratificazione migratoria esercita un ruolo particolarmente importante per l’analisi dei risultati elettorali. Lo scollamento tra vecchie e nuove migrazioni lo si rileva dai programmi portati avanti nelle campagne elettorali dei diversi Paesi: pensioni, e ottenimento della cittadinanza, insegnamento e conservazione della lingua, potenziamento della stampa e della TV in lingua italiana, sono state le parole d’ordine della campagna elettorale nei Paesi di vecchia immigrazione, mentre il riconoscimento dei titoli di studio e professionali e l’assistenza sanitaria (quella italiana si perde con l’iscrizione all’AIRE) sono tra i bisogni delle nuove mobilità per quanto riguarda sia giovani che pensionati.
Una esigenza trasversale che accomuna vecchie e nuove migrazioni è quella dell’ampliamento della rete consolare e in generale uno scarso interesse per le questioni politiche italiane.
Gli autori del volume mostrano con chiarezza la divergenza di interessi, tra le varie generazioni migratorie, ma anche l’importante variabile costituita dai Paesi di insediamento, con l’America Latina meta di migrazioni storiche e un’Europa, e in parte gli Stati Uniti, che hanno visto rinnovarsi la presenza italiana in quanto meta della maggioranza degli arrivi contemporanei.
“Le attuali condizioni di mobilità spaccano inesorabilmente l’elettorato in esame fra i real Italians, gli “italiani italiani”, per usare alcune delle definizioni più provocatorie dei protagonisti delle nuove mobilità, e la vecchia emigrazione, confondendo il significato del relativo voto politico” osserva Piero Bassetti nella postfazione.
Con l’avanzata di forze antisistema e populiste, le elezioni per il Parlamento del 2018 hanno infatti completamente ridisegnato la geografia elettorale italiana. Nella circoscrizione estero, a esser messa alla prova è stata la capacità dei cittadini italiani residenti oltre confine di partecipare attivamente alle dinamiche elettorali sia nel Paese d’adozione sia in quello d’origine.
L’alto tasso di astensionismo e il primeggiare di formazioni politiche pro-sistema ed europeiste non devono però trarre in inganno. Segnali di cambiamento, dalla composizione del corpo elettorale alle liste dei candidati, si sono registrati anche all’estero e molto probabilmente negli anni a venire saranno sempre più numerosi e importanti.
I “real Italians” non si riconoscono nelle istanze della “vecchia emigrazione” – prevalentemente di carattere locale e che rifiutano di entrare nel merito della politica italiana che non conoscono –, ma pongono nuove sfide alla politica transnazionale.
RISULTATI ELETTORALI
Se nel declino nel numero dei votanti le circoscrizioni estere sono in linea con quelle italiane, i risultati, invece, sono in controtendenza, mostrando semmai continuità con le votazioni precedenti avvenute nei singoli Paesi come mostra l’analisi di Giuseppe Scotto sul Regno Unito, prima meta delle migrazioni italiane contemporanee, che nelle elezioni del marzo 2018 vede la riconferma del Partito democratico (PD) come primo partito. In percentuale, la coalizione tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia (FDI) ha ricevuto meno della metà dei voti ottenuti in Italia, mentre il Movimento 5 Stelle (M5S) ha ottenuto il 26,12% alla Camera e il 26,48% al Senato. Il nuovo schieramento +Europa, lista guidata da Emma Bonino, nel Regno Unito ha ottenuto quasi il 12% dei voti sia alla Camera sia al Senato, ovvero all’incirca cinque volte la percentuale rispetto al risultato in Italia.
Il caso della Germania è emblematico della coesistenza di due elettorati che rispecchiano le diverse istanze delle vecchie e nuove migrazioni. A Berlino, una delle mete delle nuove mobilità italiane, la partecipazione al voto è aumentata e l’elettorato ha premiato Liberi e Uguali col 15%, afferma Edith Pichler: “I nuovi mobili indignati e precari sembrano aver preferito quest’ultima formazione al M5S, che a Berlino – pur ricevendo il 26% – ha conseguito uno a dei risultati peggiori della Germania”. Mentre a Wolfsburg, la roccaforte dell’emigrazione del secondo dopoguerra, il numero dei votanti è diminuito del 6,5% e ha stravinto il PD con il 43%. +Europa ha ottenuto, col 6%, più del doppio dei voti rispetto all’Italia In Argentina, nota Federica Bertagna, Paese di vecchia immigrazione e scarsa nuova immigrazione, si è avuto il successo delle liste estranee al sistema dei partiti italiani.
ISCRIZIONI ALL’AIRE E PARTECIPAZIONE AL VOTO
In dieci anni gli iscritti all’aire sono aumentati di due milioni, passando dai 3.106.251 del 2006 ai 4.973.942 del 2017. Ma nonostante l’aumento delle iscrizioni è diminuito il numero dei votanti.
“Tra il 2006 e il 2018, la percentuale dei votanti nella circoscrizione estero nel suo insieme è scesa dal 39,6% al 30,3% nelle consultazioni per il Senato e si è ulteriormente contratta dal 38,9% al 29,8% nello scrutinio per la Camera” come segnalano Simone Battiston e Stefano Luconi.

INDICE DEL VOLUME
Premessa Maddalena Tirabassi
Introduzione Simone Battiston e Stefano Luconi
Il voto “europeista” degli italiani in Francia – Anna Consonni
Territorio e milieu: la partecipazione degli italiani in Germania – Edith Pichler
Il comportamento di voto degli italiani nel Regno Unito al tempo della Brexit – Giuseppe Scotto
Déjà vu: il voto italiano in Argentina – Federica Bertagna
Il voto in Brasile e la fine politica del “Sistema Italia” – Giulio Mattiazzi e Nicole Naccari
L’attivismo politico di un microcosmo elettorale: la Repubblica Dominicana – Francesca Puliga
Il voto degli italiani negli Stati Uniti: conservatorismo e bassa partecipazione – Stefano Luconi
Il voto degli italiani in Australia fra continuità e segnali di cambiamento – Simone Battiston
Postfazione Piero Bassetti”.

Antonio Peragine

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