La Chiesa della Madonna del Rosario

La Chiesa della Madonna del Rosario

TRAMUTOLA – La Chiesa cattolica celebra la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre di ogni anno. A Tramutola, la festività si osservava la prima domenica di ottobre. La festa fu istituita da Papa Pio V con il nome di “Madonna della Vittoria”, a perenne ricordo della battaglia di Lepanto, svoltasi il 7 ottobre 1571(1), nella quale la flotta della Lega Santa (formata da Spagna, Repubblica di Venezia e Stato della Chiesa) sconfisse quella dell’Impero Ottomano. I cristiani attribuirono il merito della vittoria alla protezione di Maria, che avevano invocato recitando il Rosario prima della battaglia. Papa Gregorio XIII, successore di Papa Pio V, la trasformò in festa della “Madonna del Rosario”(2).

Il popolo di Tramutola ebbe da subito una profonda e particolare devozione al Santo Rosario. Infatti, sei anni dopo la vittoria di Lepanto, ove i combattenti con in mano la Santa Corona e recitando con fede e devozione conseguirono la vittoria, due sacerdoti di Tramutola D. Sisto Troccoli – che fu arciprete della parrocchia della S.S. Trinità – e D. Andrea Marotta, nel 1577 con il permesso dell’Abate costruirono la chiesa tuttora esistente, intitolata alla Santissima Vergine del Rosario Avvocata dei peccatori. Tale Chiesa fu costruita nella piazza davanti la Chiesa Parrocchiale della SS.ma Trinità, in terreno dell’Abate, appoggiata alla Cappella della Visitazione della Beata Vergine già dell’Assunta, poi dell’Immacolata Concezione, per la devozione a questo Mistero.

Un secolo dopo, la Chiesa del Rosario subì gravi danni a seguito di un incendio. Allora i nostri avi la restaurarono e la ingrandirono, rendendola più bella, arricchita con un’opera unica. Di grande interesse è l’altare maggiore, sormontato da alto dorsale in legno decorato con dorature ed intagli e da colonne tortili che sostengono mensole con forte oggetto di scuola barocca e un polittico con i quadri ad olio dei quindici Misteri(3) appartenenti all’arte pittorica popolare in Lucania, di autore ignoto, con in alto cinque riquadri con Angeli. I quadretti servivano ai devoti quale supporto visivo per la recita ordinata e maggiormente partecipata dei Misteri, e questo spiega in parte la loro struttura compositiva, estremamente semplificata, senza possibilità di fraintendimenti. Mentre in Italia la pittura del seicento presenta una straordinaria varietà di aspetti, che prendono avvio dalle tre principali correnti, il classicismo, il naturalismo e il barocco, in Basilicata ancora forte è l’eco della pittura precettistica ispirata al riformismo della Controriforma. In questo periodo il nome dei pittori lucani è legato ad opere di livello modesto, che si pongono nel solco della tradizione controriformata.

I quadretti con i Misteri – Gioiosi, Dolorosi e Gloriosi – sono posti sull’altare del Rosario, intorno alla nicchia con la statua della Madonna, chiaramente la statua deposta nel 1671 non è quella attualmente presente sull’altare e di ciò ne parlerò in seguito.

Misteri Gioiosi.

Nella scena dell’Annunciazione, oltre alla Vergine e all’Arcangelo Gabriele, compare la colomba dello Spirito Santo.

Nella scena della Visitazione l’artista si ispira solo per le quattro figure “protagoniste” Maria, Elisabetta, Zaccaria marito di Elisabetta e Giuseppe.

Nel quadretto della Natività la Vergine è raffigurata in preghiera, mentre San Giuseppe in atteggiamento pensoso  porta le mani sotto il mento, appoggiate sul bastone.

La Presentazione al tempio vede rappresentata sulla destra la sacra famiglia che porge Gesù a un sacerdote.

L’ultimo quadretto Gioioso è la Disputa di Gesù tra i dottori. Gesù appare isolato al centro della composizione seduto sopra un trono e si rivolge alle autorità del Tempio, intorno a lui i dottori e i sapienti raccolti in due gruppi, a destra e sinistra, intenti ad ascoltarlo.

Misteri Dolorosi.

Nell’Orazione di Gesù nell’Orto, Cristo viene rappresentato mentre riceve il conforto dell’angelo, secondo l’interpretazione dell’evangelista Luca, che gli porge un calice. In primo piano vediamo tre dei discepoli: Pietro, Giacomo e Giovanni.

La scena della Flagellazione è impostata con Cristo legato alla colonna e questo elemento è entrato nella tradizione cristiana e viene associato a questo tipo d’immagine, ma non viene mai menzionato nei vangeli.

Il quadretto con l’Incoronazione di spine mostra le guardie romane che incoronano di spine il Re dei Giudei, lo scherniscono e premono la corona sulla sua testa.

Il dipinto con l’Andata al Calvario vede rappresentato Gesù Cristo con la croce sulle spalle, caduto per il peso del legno e per la grande sofferenza. In primo piano la Veronica con il velo.

Il quadro con la Crocifissione e morte di Gesù è l’ultimo dei Misteri Dolorosi del Rosario e Gesù è raffigurato morto sulla Croce alla presenza di San Giovanni Evangelista e della Madonna. Alle spalle dei personaggi compare un paesaggio immaginario.

Misteri Gloriosi.

Il primo dei Misteri Gloriosi è la Resurrezione di Cristo, che si trova sopra il sepolcro vuoto.

Nel secondo dei Misteri Gloriosi, l’Ascensione, Cristo è raffigurato mentre sale al cielo.

Nel terzo dei Misteri Gloriosi, la Pentecoste, ovvero la discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e sugli Apostoli.

Nel quarto dei Misteri Gloriosi è rappresentata l’Assunzione della Vergine.

Nel quinto dei Misteri Gloriosi, al centro degli altri quadretti Gloriosi, è raffigurata la Trinità che pone la corona sul capo della Madonna. La colomba che rappresenta lo Spirito Santo è in asse con la Madonna.

Il maestoso trono di legno, scolpito con ornamenti di oro zecchino, fu opera di Mastro Linardi La Raja di Laurenzana, che intagliò anche il portone della chiesa stessa. Questo portone in legno è di notevole pregio, a formelle scolpite ed è sormontato da un rosone in marmo.

La Madonna del Rosario ebbe nei secoli una vasta gamma di raffigurazioni artistiche, quadri, affreschi, statue. Di solito è rappresentata seduta in trono con il Bambino Gesù in braccio, in atto di mostrare o dare la corona del Rosario; a volte, inginocchiati ai piedi del trono, ci sono Santa Caterina da Siena e San Domenico di Guzman. Il Rosario è senza dubbio la devozione più facile e più cara; è un intreccio delle preghiere che ogni bambino impara sulle ginocchia della mamma: il Pater, insegnatoci parola per parola da Gesù; l’Ave Maria, composta dalle parole con le quali l’arcangelo Gabriele e S. Elisabetta salutarono Maria SS.; il Gloria, inno di lode e ringraziamento alla SS. Trinità. 

Sul quel magnifico trono della Chiesa del Rosario di Tramutola, che cattura l’attenzione del visitatore, in una nicchia, fu posta nell’anno 1671 una statua lignea bellissima, interamente rivestita a sfoglie d’oro arabesco. La Madonna con il Bambino in braccio, venerata oggi nella Chiesa del Rosario di Tramutola, però non mostra la corona del rosario. Manca il concetto storico, in questa bellissima statua. La Regina del Rosario, come è di storia, che porge ai fedeli la corona del Rosario, non c’è. Penso che questa statua che ammiriamo e veneriamo oggi, nella Chiesa del Rosario, ha sostituito la vecchia statua vetusta o danneggiata. Ma, procediamo per gradi.

Tanto grande era la devozione del popolo di Tramutola, alla SS. Vergine del Rosario, che ogni prima domenica del mese veniva portata in processione.

Fu per questo motivo che verso il 1700 i tramutolesi acquistarono un’altra statua, che ebbe il titolo del Rosario, per sostituire nelle processioni la statua antica e vetusta, perché non conveniva fosse rimossa così frequentemente, per la sua venerabile antichità ed anche per la difficoltà della manovra di scenderla e risalirla dal trono.

Quella statua che fu acquistata per sostituire la statua antica del SS. Rosario, sarà poi la Madonna dei Miracoli, dopo gli eventi prodigiosi del 17 maggio 1853.

Così la statua antica del Rosario, per oltre un secolo, non fu toccata dal suo trono, forse fu proprio per non averla toccata per quel lungo tempo che s’ingenerò nel popolo tramutolese il pregiudizio che se si fosse rimossa dal suo posto sarebbero avvenuti fenomeni straordinari di sconvolgimenti atmosferici.

Vinto poi, col tempo, il pregiudizio popolare, l’antica statua fu rimossa dal suo trono e portata in processione il 17 maggio del 1853.

Il 16 dicembre 1857 (4) un terremoto devastò una vasta area della Basilicata e una parte della Campania. I danni più gravi interessarono soprattutto i paesi della Val d’Agri. Entro quest’area, Montemurro, Grumento Nova, Viggiano, Marsiconuovo, Tramutola e Tito ci fu il maggior numero di morti. L’ingegnere irlandese Robert Mallet fu testimone e straordinario “cronista scientifico” degli effetti di questo terremoto. Nel suo rapporto sul terremoto, ci fornisce alcune notizie relative alla Chiesa del Rosario di Tramutola, che contengono argomenti per sviluppare la questione della sostituzione della statua che ancora oggi si venera e si ammira sul trono di questa Chiesa.

Ecco ciò che scrive Robert Mallet nel rapporto sul terremoto del 16 dicembre 1857:

” La Chiesa del Rosario si trova vicina alla chiesa precedente (la Chiesa Madre). E’ un edificio vuoto, di forma rettangolare, con una cappella all’estremità nord. Il campanile, visto dall’esterno ha subito gravi fratture e parte del tetto venne scagliato al suolo anche se le campane rimasero illese. Il Bambino fra le braccia della Madonna posta sull’altare venne scagliato dietro all’altare (così mi fu riferito, dice mallet)…Questo fatto era credibile in quanto trovai la figura della Madonna che, se spinta lentamente in direzione NO o SE assumeva un andamento oscillante intorno alla sua base…”

Questa è la condizione della Chiesa del Rosario trovata da Robert Mallet, a metà del mese di febbraio del 1858, cioè due mesi dopo il terribile terremoto. La statua della Madonna del Rosario si presentava mutilata del Bambino e la Chiesa era un edificio vuoto. Mallet non si sofferma sugli eventuali altri danni subiti dalla statua, ma ci riferisce della condizione di stabilità precaria della statua, che appena spinta, assumeva un andamento oscillante. Addossata alla Chiesa del Rosario c’era la cappella dell’Immacolata Concezione che risultò gravemente danneggiata dal terremoto e non fu più riedificata. Nella cappella dell’Immacolata Concezione, sull’altare maggiore, in una nicchia dorata vi era una statua della Vergine col Bambino. Penso che quella statua della cappella dell’Immacolata Concezione fu trasferita nella Chiesa del Rosario e poi sostituì, sul trono, la statua della Madonna del Rosario vetusta o/e danneggiata, anche perché la venerazione del popolo tramutolese, verso la Vergine del Rosario, si era rivolta alla Madonna dei Miracoli, già del Rosario. Non è da escludere che la statua, oggi, del Rosario, possa aver subito un adattamento, cioè primitivamente rappresentava Santa Lucia e successivamente per sostituire la vetusta statua del Rosario, sulla mano sinistra della statua è stato posizionato il Bambino dopo aver provveduto a togliere il piatto con gli occhi. Ho voluto riportare anche questa versione, come ipotesi, per non escludere alcuna soluzione di sostituzione della statua all’interno della Chiesa del Rosario. Ovviamente penso che la statua presente oggi, nella Chiesa del Rosario, é la statua dell’Immacolata Concezione trasferita dalla cappella danneggiata dal terremoto e non ricostruita, adiacente la Chiesa del Rosario.

Nell’anno 1927, su l’area della cappella dell’Immacolata Concezione, fu edificato l’Asilo Infantile intitolato ai coniugi Giuseppe Spolidoro e Teresa Lenni.

Come già detto la devozione per il Santo Rosario, in Tramutola, fu sempre molto intensa, tant’è che i tramutolesi oltre alla cappella del Rosario ne edificarono un’altra presso la contrada Collata (attuale via Mannesi) nel 1724, ove fu esposto alla venerazione dei fedeli un gran quadro in olio raffigurante la Madonna del Rosario con ai piedi S. Domenico, S. Caterina, S. Lucia e S. Apollonia(5).

Oggi, nella cappella del Rosarietto, si venera S. Lucia.

Forse vale la pena soffermarsi sullo stato attuale del maestoso trono di legno e della porta della chiesa del Rosario, due gioielli di elevato valore storico.

Penso, da inesperto, che per opere così imponenti che suscitano un fascino immenso, ma decifrabile, per poterle conservare, occorra agire con un’azione di protezione finalizzata ad eliminare le cause naturali che oggi le rendono precarie.

Occorre fare prestissimo, prima che le opere siano mutilate dal tempo, perché poi diventerebbe più difficile ogni intervento, per gli elevati costi.

Per quanto riguarda il trono sarebbe opportuno ripristinare l’aspetto originario delle colonne ornate d’oro zecchino e consolidarlo nelle sue parti di struttura.

I quadri in olio dei quindici Misteri allo stato attuale, per quanto riguarda la leggibilità delle immagini, non presentano notevoli problemi, ma perché tutta l’estetica dell’opera sia valorizzata, almeno di piccoli interventi necessari alla loro conservazione.

La bellissima immagine che ha sostituito la Vergine del Rosario, così eretta nell’atteggiamento, sembra voglia dire al popolo di Tramutola che non potrà continuare a rimanere su quel trono sorretto da un’impalcatura di tubi ed essa stessa appoggiata su due tavole di legno.

Questo mio pensiero è scevro di ogni polemica, ma con semplicità, con la modestia e la tenacia che accompagnano la mia esistenza, rivolgo innanzitutto a me stesso, l’invito a far subito, prima che sia troppo tardi.

La Chiesa del Rosario contiene opere di valore artistico notevole che non possono essere abbandonate al destino del tempo.

Queste ricchezze, pervenuteci in eredità dai nostri avi, non possono perire, complice la nostra ignavia, ma è urgente il coinvolgimento di tutte le persone sensibili, per sollevare la problematica ai livelli di più alte decisioni.

(1) La battaglia navale di Lepanto si svolse nel corso della guerra di Cipro. Era il 7 ottobre 1571 quando le flotte musulmane dell’Impero Ottomano si scontrarono con quelle cristiane della Lega Santa, che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell’Impero spagnolo (con il Regno di Napoli e di Sicilia), dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana e del Ducato di Urbino, federate sotto le insegne pontificie. Dell’alleanza cristiana faceva parte anche la Repubblica di Lucca, che pur non avendo navi coinvolte nello scontro, concorse con denaro e materiali all’armamento della flotta genovese.

(2) La devozione alla Beata Vergine Maria mediante il Rosario risale al secolo XIII, quando venne fondato l’ordine dei Domenicani. Furono infatti i discepoli di San Domenico di Guzman a diffondere la pratica del Rosario, ossia la recita di 150 Ave Maria raggruppate in tre serie di episodi della vita di Gesù e di Maria, dette “misteri”, con l’ausilio di uno strumento, la corona, formata da alcuni grani tenuti insieme da una corda o da una catenella. Quel modo di pregare, detto anche salterio mariano o Vangelo dei poveri, ebbe larga diffusione per la facilità con cui permetteva di meditare i misteri cristiani senza la necessità di leggere un testo. 

(3) Ai quindici misteri tradizionali (cinque della Gioia o gaudiosi, cinque del Dolore o dolorosi, cinque della Gloria o gloriosi) San Giovanni Paolo II ha aggiunto, con la Lettera apostolica «Rosarium Virginis Mariae» del 2002, altri cinque misteri, detti della Luce, che fanno meditare su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica di Gesù Cristo.

(4) cfr. sul mio blog l’articolo “Il terremoto del 16 dicembre 1857”.

(5) Il quadro necessita di restauro.

Vincenzo Petrocelli

Antonio Peragine

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